"Un vero amico riesce a non farti essere nessuno.... se non te stesso".
"Dimora nel cuore un miracolo chiamato amicizia".
"Non camminare davanti a me, potrei non seguirti;
non camminare dietro di me, potrei non esserti guida;
cammina al mio fianco e sii sempre mio amico".
"I tuoi occhi, riflettono il silenzio della terra,
ed imprigionano lo stupore dell'innocenza...."
(22 settembre, San Maurizio martire)
In questo blog sono racchiusi racconti, frasi, canzoni e poesie che mi hanno fatto riflettere e che ritengo importanti da "tramandare".
mercoledì 22 settembre 2010
giovedì 16 settembre 2010
Pensieri in libertà
La felicità è nella semplicità, nella sincerità e nella speranza.
(N. Giannitelli)
(16 settembre, Ss. Cornelio e Cipriano)
(N. Giannitelli)
(16 settembre, Ss. Cornelio e Cipriano)
mercoledì 15 settembre 2010
Canzone "Desolata"
La brezza sfiora lieve
la tua veste, le tue guance,
ondeggia tra figure ritte in piedi come statue.
Dopo il grido divino di morte
che ha coperto tutto il mondo
è sceso il silenzio.
Nell’aria non c’è una voce ormai,
è tutto compiuto.
Nell’aria non c’è un lamento ormai,
ha vinto la morte.
Il tuo sguardo è fermo su quel corpo
irrigidito e solo.
Il mondo si è fermato.
DESOLATA, DESOLATA, MARIA,
VIENI A CASA MIA, VIENI A CASA MIA.
la tua veste, le tue guance,
ondeggia tra figure ritte in piedi come statue.
Dopo il grido divino di morte
che ha coperto tutto il mondo
è sceso il silenzio.
Nell’aria non c’è una voce ormai,
è tutto compiuto.
Nell’aria non c’è un lamento ormai,
ha vinto la morte.
Il tuo sguardo è fermo su quel corpo
irrigidito e solo.
Il mondo si è fermato.
DESOLATA, DESOLATA, MARIA,
VIENI A CASA MIA, VIENI A CASA MIA.
Madre, ti custodirò nella mia casa,
Madre, il tuo dolore entrerà nella mia casa,
Madre, io ti onorerò con tutta la mia vita,
Madre, sei il più grande dono del mio Signore.
E LA TERRA TREMA.
Madre, il tuo dolore entrerà nella mia casa,
Madre, io ti onorerò con tutta la mia vita,
Madre, sei il più grande dono del mio Signore.
E LA TERRA TREMA.
Io ti sto vicino.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Le guardie hanno paura.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Io sono al tuo fianco.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Quell’uomo era davvero Dio.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Le rocce si spaccano.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Il santuario trema.
E LA TERRA TREMA.
E LA TERRA TREMA.
Madre, sto vicino a te.
DESOLATA, DESOLATA, MARIA,
DESOLATA, DESOLATA, MARIA,
VIENI A CASA MIA, VIENI A CASA MIA.
(da La vita di ogni cosa del Gen Rosso)
(15 settembre, Beata Vergine Maria Addolorata)
martedì 14 settembre 2010
Al Suo posto
Il vecchio eremita Sebastiano pregava di solito in un piccolo santuario isolato su una collina. In esso si venerava un crocifisso che aveva ricevuto il significativo titolo di "Cristo delle grazie". Arrivava gente da tutto il paese per impetrare grazie e aiuto.
Il vecchio Sebastiano decise un giorno di chiedere anche lui una grazia e, inginocchiato davanti all'immagine, pregò: "Signore, voglio soffrire con te. Lasciami prendere il tuo posto. Voglio stare io sulla croce".
Rimase silenzioso con gli occhi fissi alla croce, aspettando una risposta.
Improvvisamente il Crocifisso mosse le labbra e gli disse: "Amico mio, accetto il tuo desiderio, ma ad una condizione: qualunque cosa succeda, qualunque cosa tu veda, devi stare sempre in silenzio".
"Te lo prometto, Signore".
Avvenne lo scambio.
Nessuno dei fedeli si rese conto che ora c'era Sebastiano inchiodato alla croce, mentre il Signore aveva preso il posto dell'eremita. I devoti continuavano a sfilare, invocando grazie, e Sebastiano, fedele alla promessa, taceva. Finché un giorno...
Arrivò un riccone e, dopo aver pregato, dimenticò sul gradino la sua borsa piena di monete d'oro. Sebastiano vide, ma conservò il silenzio. Non parlò neppure un'ora dopo, quando arrivò un povero che, incredulo per tanta fortuna, prese la borsa e se ne andò. Né aprì bocca quando davanti a lui si inginocchiò un giovane che chiedeva la sua protezione prima di intraprendere un lungo viaggio per mare. Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa l'uomo ricco che, credendo che fosse stato il giovane a derubarlo della borsa di monete d'oro, gridava a gran voce per chiamare le guardie e farlo arrestare.
Si udì allora un grido: "Fermi!".
Stupiti, tutti guardarono in alto e videro che era stato il crocifisso a gridare. Sebastiano spiegò come erano andate le cose. Il ricco corse allora a cercare il povero. Il giovane se ne andò in gran fretta per non perdere il suo viaggio. Quando nel santuario non rimase più nessuno, Cristo si rivolse a Sebastiano e lo rimproverò.
"Scendi dalla croce. Non sei degno di occupare il mio posto. Non hai saputo stare zitto".
"Ma, Signore" protestò, confuso, Sebastiano. "Dovevo permettere quell'ingiustizia?".
"Tu non sai" rispose il Signore, "che al ricco conveniva perdere la borsa, perché con quel denaro stava per commettere un'ingiustizia. Il povero, al contrario, aveva un gran bisogno di quel denaro. Quanto al ragazzo, se fosse stato trattenuto dalle guardie avrebbe perso l'imbarco e si sarebbe salvato la vita, perché in questo momento la sua nave sta colando a picco in alto mare".
Il vecchio Sebastiano decise un giorno di chiedere anche lui una grazia e, inginocchiato davanti all'immagine, pregò: "Signore, voglio soffrire con te. Lasciami prendere il tuo posto. Voglio stare io sulla croce".
Rimase silenzioso con gli occhi fissi alla croce, aspettando una risposta.
Improvvisamente il Crocifisso mosse le labbra e gli disse: "Amico mio, accetto il tuo desiderio, ma ad una condizione: qualunque cosa succeda, qualunque cosa tu veda, devi stare sempre in silenzio".
"Te lo prometto, Signore".
Avvenne lo scambio.
Nessuno dei fedeli si rese conto che ora c'era Sebastiano inchiodato alla croce, mentre il Signore aveva preso il posto dell'eremita. I devoti continuavano a sfilare, invocando grazie, e Sebastiano, fedele alla promessa, taceva. Finché un giorno...
Arrivò un riccone e, dopo aver pregato, dimenticò sul gradino la sua borsa piena di monete d'oro. Sebastiano vide, ma conservò il silenzio. Non parlò neppure un'ora dopo, quando arrivò un povero che, incredulo per tanta fortuna, prese la borsa e se ne andò. Né aprì bocca quando davanti a lui si inginocchiò un giovane che chiedeva la sua protezione prima di intraprendere un lungo viaggio per mare. Ma non riuscì a resistere quando vide tornare di corsa l'uomo ricco che, credendo che fosse stato il giovane a derubarlo della borsa di monete d'oro, gridava a gran voce per chiamare le guardie e farlo arrestare.
Si udì allora un grido: "Fermi!".
Stupiti, tutti guardarono in alto e videro che era stato il crocifisso a gridare. Sebastiano spiegò come erano andate le cose. Il ricco corse allora a cercare il povero. Il giovane se ne andò in gran fretta per non perdere il suo viaggio. Quando nel santuario non rimase più nessuno, Cristo si rivolse a Sebastiano e lo rimproverò.
"Scendi dalla croce. Non sei degno di occupare il mio posto. Non hai saputo stare zitto".
"Ma, Signore" protestò, confuso, Sebastiano. "Dovevo permettere quell'ingiustizia?".
"Tu non sai" rispose il Signore, "che al ricco conveniva perdere la borsa, perché con quel denaro stava per commettere un'ingiustizia. Il povero, al contrario, aveva un gran bisogno di quel denaro. Quanto al ragazzo, se fosse stato trattenuto dalle guardie avrebbe perso l'imbarco e si sarebbe salvato la vita, perché in questo momento la sua nave sta colando a picco in alto mare".
(da C'è qualcuno lassù di Bruno Ferrero)
(14 settembre, Esaltazione della Santa Croce)
sabato 11 settembre 2010
Citazioni
Il giorno più bello, OGGI.
L’ostacolo più grande, la PAURA.
La cosa più facile, SBAGLIARSI.
L’errore più grande, RINUNCIARE.
Il sentimento più brutto, il RANCORE.
Il regalo più bello, il PERDONO.
La forza più grande, la FEDE.
La cosa più bella del mondo, l’AMORE.
(Madre Teresa di Calcutta)
Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre.
Quando uno ride, vedi un po' la sua anima...
E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote...
Ci si scuote come un albero e si lasciano per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere...
Gli avari e coloro che non hanno niente da offrire, infatti, non ridono.
(Roberto Benigni)
L’ostacolo più grande, la PAURA.
La cosa più facile, SBAGLIARSI.
L’errore più grande, RINUNCIARE.
Il sentimento più brutto, il RANCORE.
Il regalo più bello, il PERDONO.
La forza più grande, la FEDE.
La cosa più bella del mondo, l’AMORE.
(Madre Teresa di Calcutta)
Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre.
Quando uno ride, vedi un po' la sua anima...
E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote...
Ci si scuote come un albero e si lasciano per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere...
Gli avari e coloro che non hanno niente da offrire, infatti, non ridono.
(Roberto Benigni)
giovedì 9 settembre 2010
Iscriviti a:
Post (Atom)