San Nicola di Bari (Patara di Licia, 270 circa - Myra, 6 dicembre 343?), vescovo di Myra in Licia (oggi Demre, nella parte anatolica della Turchia), è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane.
Noto anche come san Nicola di Myra, san Nicola Magno e san Niccolò o san Nicolò, è famoso anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus, conosciuto in Italia come Babbo Natale.
San Nicola nacque a Pàtara di Licia, tra il 260 ed il 280, da Epifanio e Giovanna che erano cristiani e benestanti. Cresciuto secondo i dettami del Cristianesimo, perse prematuramente i genitori a causa della peste. Nicola divenne erede di un ricco patrimonio e si servì dell eredità per aiutare i bisognosi.
In seguito lascia la sua città natale e si trasferisce a Myra dove viene ordinato sacerdote. Alla morte del vescovo metropolita di Myra venne acclamato dal popolo come nuovo vescovo. Imprigionato ed esiliato nel 305 da Diocleziano, fu poi liberato da Costantino nel 313 e riprese l' attività apostolica. Si narra che partecipò al Concilio di Nicea del 325, durante il quale avrebbe condannato duramente l'arianesimo, difendendo la verità cattolico. Gli scritti di sant'Andrea di Creta e di San Giovanni Damasceno ci confermano l' ortodossa fede di Nicola. Nicola si occupo anche del bene dei suoi concittadini, ottenne dei rifornimenti durante una carestia e ottenne la riduzione delle imposte dall’ Imperatore. Morì a Myra il 6 dicembre, presumibilmente dell'anno 343, forse nel monastero di Sion, e già allora si diceva compisse miracoli; tale convinzione si consolidò dopo la sua morte, con il gran numero di leggende che si diffusero in Oriente.
Le sue spoglie furono conservate fino al 1087 nella cattedrale di Myra.
In seguito quando Myra cadde in mano musulmana, Bari e Venezia - al tempo dirette rivali nell'adriatico - entrarono in competizione per il trafugamento in Occidente delle spoglie. I baresi ebbero la meglio anticipando i veneziani: il 9 maggio 1087 una spedizione di tre navi , di proprietà degli armatori Dottula con 62 marinai di cui 2 sacerdoti Lupo e Grimoldo partita dalla città di Bari (che era passata sotto il dominio normanno). Sbarcò ad Andriaco e si diressero a Myra dove si impadronirono delle spoglie di Nicola. Una volta tornati in città, là dove i buoi che trainavano il carico dalla barca si fermarono fu posta la prima pietra della Basilica.
Nel 1089 le spoglie vennero definitivamente poste nella cripta della Basilica, alla presenza di Papa Urbano II. Che dichiarò festivi il 6 dicembre e il 9 maggio. Nacque in seguito la leggenda che Nicola stesso quando era in vita, passando per Bari, avrebbe dichiarato "In questa città riposeranno le mie spoglie".
I Veneziani tuttavia non si rassegnarono e nel 1099-1100 si recarono ugualmente a Myra, dove fu loro indicato il sepolcro vuoto dal quale i baresi avevano trafugato le ossa. Tuttavia qualcuno rammentò di aver visto celebrare le cerimonie più importanti, non sull'altar maggiore, ma in un ambiente secondario. Fu in tale ambiente che i veneziani si misero a scavare, rivenendo delle ulteriori reliquie del corpo di Nicola, che furono prese e traslate nell'abbazia di San Niccolò del Lido.
San Nicolò venne quindi proclamato protettore della flotta della Serenissima. A San Nicolò del Lido terminava l'annuale rito dello "sposalizio" di Venezia col mare.
Le ricognizioni effettuati sulle reliquie custodite a Bari (1956) e a Venezia (1992), hanno appurato che i resti ossei appartengono allo stesso scheletro, che risulta pertanto diviso fra le due città.
Anche in base a quanto riportato dai documenti storici, si è dedotto che i baresi, nella fretta di trafugare i resti, frantumarono lo scheletro, limitandosi a portare via i frammenti di maggior dimensione. I veneziani pertanto, reperirono i frammenti più minuti, che erano stati opportunamente nascosti.
Il suo culto si diffuse dapprima in Asia Minore (nel VI secolo ben 25 chiese a Costantinopoli erano dedicate a lui), con pellegrinaggi alla sua tomba, posta fuori dell’abitato di Mira. Numerosi scritti in greco e in latino ne fecero progressivamente diffondere la venerazione verso il mondo bizantino-slavo e in Occidente, a partire da Roma e dal Meridione d'Italia, allora soggetto a Bisanzio. Secondo la tradizione, Nicola aiutò tre ragazze che non potevano sposarsi per mancanza di dote, gettando sacchetti di denaro dalla finestra nella loro stanza, per tre notti. Per questo è venerato dalle ragazze e dalle donne nubili.
Un’altra leggenda non fa riferimento alle figlie del ricco decaduto, ma narra che Nicola, già vescovo resuscitò tre bambini che un macellaio malvagio aveva ucciso e messo sotto sale per venderne la carne. Anche per questo episodio san Nicola è venerato come protettore dei bambini.
Nicola calmò una furiosa tempesta, scongiurò una carestia, liberò tre ufficiali ingiustamente condannati a morte dall’imperatore Costantino.
San Nicola è uno dei santi più popolari del cristianesimo e protagonista di molte leggende riguardanti miracoli a favore di bisognosi. Il suo emblema è il bastone pastorale e tre sacchetti di monete (o anche tre palle d'oro). Tradizionalmente viene rappresentato vestito da vescovo con mitra e pastorale.
Il santo oggi è patrono, oltre che dei marinai, pescatori e naviganti, dei bambini, delle ragazze da marito, scolari, farmacisti, profumieri, bottai, nonché delle vittime di errori giudiziari e degli avvocati. È patrono inoltre dei mercanti e commercianti. Dal XVII secolo viene considerato benefattore dei bambini.
Viene festeggiato il 6 dicembre.
(6 dicembre, San Nicola vescovo)
....e allora TANTI AUGURI Nicola!!!!
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